E continua la staffetta di solidarietà per la Lucciola … Ieri Teresa e
Daniela con le loro magiche ricette, ed oggi io e Caris con la sua gustosa Torta di tagliatelle…
In primis chiedo scusa a tutti i modenesi, e lo faccio perché
mi sono "appropriata" di una ricetta, questa, la cui tradizione non mi appartiene,
preparando "Le Rosoline" che non conoscevo assolutamente, né avevo mai mangiato, ma il fine giustifica i mezzi!
Diciamo che ho azzardato… però dopo aver letto le parole di Berta Bertarini, mi è
sembrato quasi di assaporarle e le ho immaginate così…
Berta Bertarini è un’anziana rezdora, di quelle autentiche,
e la ricetta che vi presento è la sua, per cui mi sembra opportuno che sia berta stessa a parlarvene, riporto integralmente, infatti, l’intervista rilasciata da
lei per la pubblicazione del testo “Savor. Ricordi,ricette e filmati per tramandare la cultura delle rezdore modenesi”
Lei è originaria di Zocca?
Berta: io vengo da Rosola, un piccolo paesino qua vicino,a 4 km , una frazione, ma sono
venuta qua nel ’56, pensi quanti anni sono… quindi vivo a Zocca da tanto
tempo,sono una zocchese veramente.
Si è sempre occupata della casa e della cucina?
Berta: direi di sì, io iniziato proprio la cucina nel ’64, ho iniziato a fare
questo lavoro, prima ho fatto di tutto, non glielo racconto perché sarebbe una
storia lunga, ho persino avuto un locale da ballo per pochi anni, la mia
passione era il ristorante, l’albergo.
Quindi è parecchi anni che è nella ristorazione?
Berta: sì, però ho sempre fatto esclusivamente la cucina locale, non mi sono
mai interessata alle cucine diverse.
Quanti anni ha?
Berta: io ne ho 73, glielo detto che sono vecchia eppure vede continuo ancora…
adesso poi lavoro meno, lavoro solo quando ne ho voglia.
Va bene così… adesso cosa prepara?
Berta: adesso sto facendo le rosoline. Io le ho chiamate così ma le chiamavano
le polpettine dolce brusco, perché è una antica ricetta che viene proprio dal
mio paese,le faceva prima mia nonna poi mia mamma. Penso che le donne anziane
le facciano ancora ma le giovani no, per me non le sanno fare, infatti non usa
più.
Conosce l’origine di questo piatto?
Berta: beh la conosco per quello che mi hanno raccontato, gliela devo dire? Non
so se è una verità o una favola, mia nonna mi diceva che alla fine dell’Ottocento
c’era molta miseria a Rosola, forse anche negli altri posti, i loro uomini
emigravano in Francia, quando venivano a casa gli raccontavano di queste
polpette che facevano con delle cose povere, con della ricotta fatta in casa,
con i nocciolini di tutte le frutte che riuscivano a mettere via. Poi le
cuocevano negli avanzi di vino, un pugno di formaggio pecorino che poi avevano
in casa, un po’ di pane e un po’di farina quindi era un piatto povero, e lo
mangiavano col pane, non era un dolce, dopo magari è diventato un dolce. Però
al mio paese queste le facevano come piatto di mezzo per la festa del paese, la
sagra.
Quando è la sagra?
Berta: è in maggio e fanno il pranzo grosso, quindi dal primo alle pietanze
servono le rosoline; ora non più penso, ma tempo addietro venivano i notabili
di Zocca per mangiare le rosoline, io le ho portate qua e le faccio qua adesso
vengono da Bologna per mangiare le rosoline.
Ripetendo gli ingredienti…
Berta: sono ricotta fresca, poi un po’ di formaggio, può essere pecorino, può
essere parmigiano e poi le mandorle, perché prima ho detto i nocciolini ma io
metto le mandorle perché i nocciolini dove li trovo? Ci vorrebbe anche l’odore
della mandorla amara.
Le mandorle sono pelate?
Berta: sì pelate, ci vorrebbe l’odore della mandorla amara che adesso la
mandorla amara non si trova più, io uso poi qualche nocciolino di pesca.
Vengono impastate?
Berta: si fanno le polpettine così infarinate e poi vanno fritte, io uso l’olio
di arachidi o di girasoli, un olio comunque leggero e poi le passo nel vino che
ho messo a bollire già da due ore, perché deve calare, deve evaporare.
Che vino è questo?
Berta: lambrusco, uso il lambrusco perché è più corposo.
Solo vino o ci aggiunge qualche cosa d’ altro?
Berta: vino e un po’ di zucchero, lo addolcisco, poi ci metto la scorza di un
limone.
Non ci va per esempio la cannella?
Berta: io non gliela metto la cannella, gli metto uno di numero uno stecco di
garofano, altrimenti sa di vin brulè.
Questo vino quando tempo resta sù a bollire?
Berta: due o tre ore perché deve calare, si deve restringere.
Lei mette del pan grattato nell’impasto?
Berta: sì, un pugno di pan grattato, un pugno di farina, un po’ di zucchero, il
limone grattugiato e le mandorle ma non ho dosi, vado così a occhio.
Queste polpette, quindi, si preparavano in occasioni di certe ricorrenze, ci
diceva per la sagra…
Berta: sì, è nato come piatto povero che mangiavano col pane, poi è diventato
un piatto per la festa e adesso è una golosità.
..........................
Adesso le frigge nell’olio e poi le passa nel vino?
Berta: sì.
Una volta il procedimento era lo stesso?
Berta: sì, sempre questo.
E si usava sempre l’olio?
Berta: ma forse usavano anche lo strutto, penso.
La sua nonna le friggeva nello strutto, non le friggeva nell’olio?
Berta: come facevano poi con tutto come il gnocco fritto, che noi chiamiamo
crescentine, ma adesso si friggono nell’olio. Penso che la polpetta questa qui
sia una delle ricette che sta scomparendo… ecco vede, friggendole così si
solidificano, non si rompono, altrimenti cosa vuole, la ricotta va… i miei
figli le mangiano tuttora col pane.
Che ricetta meravigliosa! Ho scoperto un connubio che non immaginavo proprio... il sapore delle mandorle e del limone che va a sposarsi perfettamente con l'agrodolce del vin cotto... la ricotta si dissolve e la sua delicatezza non è certo sovrastata dal sapore del parmigiano, che sparisce del tutto.
Le "Rosoline" o "Polpettine dolce brusco"
tratta da qui
Tempi di cottura
2-3 ore per il vino ( a me la cottura è durata un’ora e tre quarti, attenti a
non far caramellare lo zucchero)
20–30 minuti per friggere e passare nel vino le rosoline
Ingredienti per 4 persone (12 rosoline)
500 g di ricotta fresca
50 g di Parmigiano-Reggiano o di pecorino grattugiato
30 g di pane grattugiato
1 uovo intero
50 g di mandorle pelate ( io le ho passate nel mortaio) oppure qualche
nocciolino di pesca pelato e tritato ( ho aggiunto due mandorle amare)
30 g di farina
50 g di zucchero
la scorza grattugiata di un limone
olio di arachidi o di girasole per la frittura
Ingredienti per il sugo
0,75 l di lambrusco
la scorza di un limone
1 o 2 chiodi di garofano
100 g di zucchero
un po' di sassolino ( ho sostituito il Sassolino con 15gr di liquore all’anice)
qualche goccia di odore di mandorla amara (non l’ho aggiunto)
Preparazione
Prima della preparazione delle Rosoline bisogna fare
concentrare il vino, facendolo bollire a fuoco medio insieme allo zucchero e
alla scorza del limone per circa 2 ore ottenendo quindi un sugo ristretto.
Nel frattempo si impasta a parte la ricotta fresca con il formaggio (può essere
Parmigiano-Reggiano, pecorino o un misto), il pane grattugiato, la farina, un
uovo intero, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone e le mandorle oppure
i nocciolini pelati e tritati delle pesche.
Quando l'impasto è ben amalgamato si ricavano delle polpettine grandi quanto
una pallina da golf. Vanno infarinate e poi fritte nell'olio di arachidi o di
girasole, un olio comunque leggero. Volendo si possono friggere anche nello
strutto, come si usava un tempo.
Devono cuocere il tempo necessario per solidificare, facendo attenzione che non
si rompano. Quando sono un po' dorate, vanno tolte dall'olio e messe ad
asciugare sulla carta assorbente.
Quando anche questa operazione è conclusa si rimette sul fuoco il vino
ristretto al quale si deve aggiungere un cucchiaio o due di farina per ‘legare'
e fare diventare il tutto più omogeneo e, volendo, qualche goccio di sassolino.
Quindi si passano le polpettine nel vino, facendole avvolgere bene dal sugo.
Si gustano appena cotte: vanno fatte e servite subito, perchè una volta dentro
al vino, le Rosoline non si conservano a lungo.
NOTA PERSONALE SU COME FRIGGERLE
Ci tengo a sottolineare il fatto che le mie rosoline tendevano ad aprirsi in
cottura, ecco quindi come ho proceduto. Appena preparate, le ho poste in
freezer giusto il tempo che indurissero, circa 15/20 minuti e poi le ho fritte
in olio abbondantissimo in una padellina dai bordi alti. Ho fritto poche
rosoline per volta. Esse dovranno essere coperte per tre quarti dall’olio, e
non dovranno essere toccate fino a quando iniziano a formare sulla base una bella
crosticina dorata, solo allora si potranno capovolgere delicatamente per fare
dorare anche la parte superiore. Una volta dorate in maniera il più possibile
omogeneo, si potranno togliere dall’olio e riporre su carta assorbente. La
temperatura dell’olio dovrà essere il più possibile costante; sobbollirà,
certo, ma le bollicine dovranno essere lievi, mai troppo violente. Nel caso in
cui l’olio si dovesse riscaldare troppo, consiglio di spegnere, fare
raffreddare leggermente, e poi riprendere la frittura.
Come abbinamento vino/cibo Luciano Pignataro ci consiglia:
"Abbinamento complesso, viste le caratteristiche di
questa antica e affascinante ricetta. Ancora una volta prediligo la freschezza,
sebbene aiutata da un po ' di corpo e di ciccia in più. Provate il Pignoletto
Badianum della cantina Erioli di Bazzano in provincia di Bologna. Un bianco
passato in legno, magari un po' stile anni '90. Ma forse è proprio quel che ci
vuole per giocare tra dolcezze e sapidità."
Ricordo ancora i dati a cui poter mandare le vostre donazioni.:
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Vi saluto caramente e vi ricordo che domani potrete trovare il "Gelato all'aceto balsamico e le fragole candite" di Sara e il "Bensone consapevole" di Sonia.