martedì 28 luglio 2009

Ogni favola è un gioco, ossia: “Cavatelli di fiori di zucca alla crema di zucchine”

O ancor meglio….ogni gioco è una favola!!!

C’era una volta, nel magico mondo di Foodblogger, la Fatina del Lievito.

Una fatina che, a detta di tutti, “andava spargendo polvere di lievito” per fare felice la comunità.
Un giorno d’estate, la fatina pensò di organizzare un giochino/concorso per fare divertire i suoi amici regalando una ricetta e chiedendo a tutti coloro fossero interessati di fotografarla, apportando, se volevano, qualche modifica, e quindi dal suo castello incantato pubblicò questo, rilasciando a tutti in dono questa icona fatata e colorata che avrebbe portato bene ai partecipanti.


logo paoletta


Tinuccia, una dolce bambina solare e paffutella, dai capelli rossi e lunghi e dagli occhi vispi e curiosi, all’allegra novella, felice decise di partecipare.

Iniziò, allora, a pensare come modificare quella ricetta ottima di suo, e ancor di più a sfogliare tanti giornali con il fine di prendere spunto per la sua fotografia e renderla degna di tale giochino.
La cosa era veramente difficile, tante erano le idee, ma nessuna era chiara e definita.
Il giorno dopo, mentre Tinuccia pasticciava felice nella sua cucina, ricevette una telefonata…..era la sua bella Letynaaaa:))) di corsa alzò la cornetta, e che sentì dall’altro capo del filo???
La voce di una brutta stregaccia dispettosa e puzzolente che iniziò a sfidarla “ a colpi di zucchine”.
Ma come era possibile…la dolce Principessa delle Torte che fine aveva fatto????
CHI l’aveva ridotta così???
Era stata la Stregaccia dello Zucchero che, per vincere, si era impossessata di lei.

La dolce Tinuccia non aveva parole dinanzi a cotanta cattiveria, e allora disse solo…” questa stregaccia va sistemata, solo così riuscirò ad avere indietro la mia dolce principessina”.
I dispetti durarono per giorni, ed anche Tinuccia non si tirò indietro, anzi, incalzò la dose…..ma la cosa più importante fu che, per fare felice la Fatina Paoletta e per salvare la Principessa Letyna dalle grinfie della stregaccia, fece luce in se stessa e le idee finalmente
si chiarirono e dal nulla spuntò questa….PUFF!!!!

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Della ricetta originaria Tinuccia aveva modificato solo il tipo di pasta facendo dei cavatelli di fiori di zucca così come le aveva insegnato la suocera, eliminato i pomodori sostituendoli con dei fiori di zucca sfritti assieme alla cipolla e aveva aggiunto le mandorle, da crudo e passate al mortaio, durante la fase dell’impiattamento. Niente formaggio, né spezie, né basilico, il sapore delicato dei cavatelli sarebbe stato soffocato da quello degli altri ingredienti.


Cavatelli di fiori di zucca della Signora Elena con crema di zucchine.

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Ingredienti per l'impasto:
370gr farina di semola
60 fiori di zucca
75gr di acqua

Ingredienti per il condimento

3 zucchine
20 fiori di zucca tagliuzzati (solo il fiore)
Cipolla di Tropea qb
Olio evo qb

Preparazione:
Pulire i fiori di zucca, prendere solo il fiore, eliminando pistillo e gambo.

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Eliminare la "barbetta" grattando con un coltello sulla superficie dei fiori. Porre il tutto nella ciotola del mixer, aggiungere l’acqua e ridurre a crema.

Formare una fontana con la farina setacciata ed al centro far cadere la crema, impastare per 15, 20 minuti fino ad ottenere un impasto liscio e vellutato. Deve risultare non duro, ma neanche molliccio.
Fare riposare l’impasto per mezz’ora, coperto da una ciotola.

Passato il tempo necessario cominciare a formare i cavatelli. Per la formatura rifatevi alla mia ricetta degli strascinati, ma utilizzate solo due dita invece che 3. Fare asciugare per circa 3 ore.
Durante il periodo di riposo dei cavatelli, tagliare a julienne le 3 zucchine, e nella padella fare soffriggere la cipolla di tropea tagliuzzata. A doratura, aggiungere le zucchine, salarle e farle consumare; giunte a cottura, mettere nel mixer il tutto e ridurre in crema.
In un’altra pentola fare soffriggere l’olio con la cipolla, arrivata a doratura eliminarla ed aggiungere i 20 fiori di zucca tagliuzzati. Saltare per pochi minuti. Pestare i 40gr di mandorle crude nel mortaio.
Cuocere i cavatelli in abbondante acqua salata, scolarli lasciando dell’acqua di cottura e saltarli nella crema di zucchine. Aggiungere l’olio con i fiori di zucca sfritti, e continuare a saltare per pochi minuti. Impiattare i cavatelli spolverando con le mandorle pestate.



Morale
Non si sa quale sarà l’epilogo della favola, ma la cosa certa è che grazie alla Fatina Paoletta, la bimba Tinuccia e la Principessa Letyna si sono divertite ed hanno giocato veramente!!!



venerdì 24 luglio 2009

I sospiri di Bisceglie

Scusate il gioco di parole, ma questi sospiri per poco tempo mi hanno fatto sospirare;)
E’ stato un “colpo di fulmine”, appena li ho visti, su fb ho detto ad Ornella:
"Ornè, meravigliosi! Appena torno dal mare li faccio" ed infatti...

I sospiri di Bisceglie

Sono, inoltre, dolcetti che si preparano anche in Basilicata, specialmente in occasione dei matrimoni, anche se vengono decorati con confettini colorati, o almeno io sempre così li ho visti, per cui ancora di più ero motivata!
La mia unica paura era quella di combinare qualche pasticcio col pan di spagna e che al posto di cupolette avrei fatto frittelle, e invece seguendo passo, passo i consigli di Ornella non ho avuto assolutamente problemi.
Ci tenevo che mi uscissero bene, allora prima di iniziare ho effettuato una piccola ricerca ed immaginando che fossero un prodotto DOC, ho letto il loro disciplinare che non si differenzia assolutamente dalla ricetta di Ornella, se non per poche gocce di limone da aggiungere mentre si montano a neve gli albumi, cosa che ho fatto.
Li ho preparati con tanto amore, ero lì, vicino al forno a guardare come una bimba cosa accadesse ai miei sospiri, non li ho lasciati fino a che ho capito che avevano trovato la loro stabilità..e allora sono scappata da Paoletta e Lety a gridar loro la mia gioia, neanche avessi vinto la lotteria hahaha!!!
Avranno pensato che stavo dando i numeri!!!!
Nooooooo, mi conoscono;) Io sono così, faccio le cose con passione e anche la riuscita di una cupoletta dorata, liscia e quasi biscottata sopra e soffice e profumata dentro mi mette gioia.
Non vi dico quando sono riuscita a fare anche la glassa, quella assolutamente ad occhio, non ci potevo credere, siiiiiii!!!
E quando li ho assaggiati??? Una vera delizia!!! Mamma che bontà! Proprio il sapore che immaginavo, quello semplice e prezioso della tradizione!
Comunque...bando alle ciance ed ecco la fantastica ricetta che copio integralmente dal blog di Ornella e che consiglio vivamente a tutti.
I sospiri di Bisceglie di Ornella

Ingredienti:
2 uova
40 gr. di farina
20 gr. di zucchero
per la farcia
350 ml di latte
3 tuorli d'uovo
3 cucchiai colmi di zucchero
2 cucchiai rasi di farina
1 cucchiaino di frumina
un po' di buccia di limone per aromatizzare la crema

per la copertura
1-2 cucchiai di gelatina di albicocche
zucchero a velo q.b.
acqua q.b.
poche gocce di succo di limone
Montate i tuorli con lo zucchero e gli albumi a neve "soda", non eccessivamente "dura" come per le meringhe, il segreto sta tutto nella giusta consistenza degli albumi che devono far lievitare i dolcetti.Mescolate a mano dall'alto verso il basso gli albumi ai tuorli ed aggiungete delicatamente poco per volta, la farina setacciata, ne dovrà risultare un composto sodo e spumoso. Deponete l'impasto a cucchiaiate sulla placca ricoperta di carta forno e cuocete a 180° per circa 15 minuti.Per la crema procedete come una comune "pasticcera", lasciatela intiepidire ma non raffreddare del tutto e farcite i dolcetti. Fate scaldare la gelatina di albicocche per scioglierla leggermente, quindi spennellate molto delicatamente i pasticcini. Infine, ricopriteli con la glassa fatta mescolando lo zucchero a velo con due gocce di limone e poca acqua. Lasciate rassodare la glassa in frigorifero e... sospirate nell'attesa di gustarveli!

P.S. Se non dovessero crescere a sufficienza per essere farciti, potete sovrapporli a due a due, con in mezzo la crema... sono talmente leggeri che il gusto non ne perde affatto.

Ornè hai ragione, io li ho sovrapposti a mò di "Bacio di dama" e ti assicuro che erano meravigliosi. Grazie!!!!


martedì 21 luglio 2009

Canestrelli d'aMare

Questa ricetta nasce grazie al gentile invito di partecipazione al contest “Sapore di sfida III-Ricette sotto l’ombrellone”di Deborah di Giallo Zafferano al quale sono felice di partecipare. Grazie Deborah!

Logo_Sapore_di_Sfida_1

Dunque…. dunque, riuscire a creare una bella ricettina da essere mangiata sotto l’ombrellone……mi sono immediatamente chiesta come dovesse essere una tale ricetta, logicamente buona, ma poi???… Innanzitutto funzionale, io odio caricarmi di borse termiche o quant’altro quando scendo in spiaggia, poi allegra, si allegra e solare come l’estate, e ancora leggera, non deve appesantire. E allora ho detto, vabbè non partecipo hahaha!!!!
Poi però è cambiato qualcosa e il contest si è tramutato in sfida con me stessa…è possibile che non riesca a pensare a niente, nooooooooo!
Questo è ciò che è uscito fuori:)))

Canestrelli d'aMare

Dei panini ripieni di tocchetti di prosciutto crudo, fichi, mandorle spezzettate, il tutto accompagnato da gocce di miele per esaltarne i sapori.

Penso che risponda a tutte le condizioni che mi ero posta inizialmente!
Per quanto riguarda il pane, doveva essere una pane dall’alveolatura fitta, ma soffice allo stesso tempo, per assorbire i sapori, ma non impregnarsi dell’umidità degli alimenti, quindi bassa idratazione e acqua e latte in ugual dose, e ancora doveva essere croccante e profumato, quindi farina di semola, ma l’impasto per dare vita ad un canestrello doveva essere elastico e facilmente manipolabile, quindi olio e poi certamente farina “0” che per me è ottimale negli impasti da pane, specialmente nei panini, insomma… ecco la ricetta.


Ingredienti
400gr farina “0”
150gr farina di semola di grano duro rimacinata
175gr acqua
175gr latte
20gr di zucchero
2 cucchiai d’olio extra vergine di oliva
10gr di sale
8gr di lievito di birra

Per il ripieno utilizzare tocchetti di prosciutto crudo, fichi, mandorle nella misura desiderata. Per il miele consiglio di riscaldarlo a bagnomaria prima di farlo cadere in gocce all’interno del panino.

Preparazione:
1)
In una ciotola miscelare l’acqua, il latte e lo zucchero e poi distribuire il lievito. Lasciare riposare finché si sarà sciolto cercando di mescolare il meno possibile. E’ preferibile che il lievito si sciolga in maniera autonoma.
2) Versare le farine setacciate sulla superficie da lavoro. Fare al centro la fontana e unirvi gradualmente l’acqua con il lievito sciolto. Dopo una rapida impastata aggiungere il sale e i due cucchiai di olio e continuare ad impastare a mano per circa 10 minuti, dovrà risultare un impasto vellutato e liscio o utilizzare l’impastatrice fino a completo incordamento, cioè fino a quando l’impasto si staccherà completamente dalla ciotola e sarà diventato elastico ed omogeneo.
3) Riporre il tutto nella ciotola, coprire con un canovaccio inumidito e lasciare lievitare per circa 1,5h/2h. Questo dipenderà dalla temperatura e dall’ umidità presenti nell’aria, per cui in estate, dopo la prima ora di lievitazione, è sempre bene tenere l’impasto sotto controllo costante. Il vostro occhio esperto vi guiderà.
4) A lievitazione raggiunta riporre la pasta sul piano da lavoro, leggermente infarinato con farina di semola, e suddividerlo in pezzi da 100gr l’uno. Usciranno circa 9 pezzi. Ed iniziare a formare i vostri canestrelli.

Formatura:
Per la formatura mi sono rifatta a questo blog
-Dividere il pezzo da 100gr in 4 palline da 25gr l’una.
Primo passaggio le palline fi

-Allungare le palline formando dei rotolini di pasta di 10cm.
secondo passaggio i rotolini fi

-Disporre i rotolini come indicato qui, fermandovi però al passaggio numero 2, cioè alla seconda foto.

-Con un movimento veloce, alzare e portare verso l’interno i lembi e dare vita così ad una pallina che sistemerete in pirottini di allumino, oliati e infarinati in precedenza.
quinto passaggio formatura canestrelli f

-Fare lievitare per un’ora e mezzo circa, o comunque fino al raddoppio, i vostri panini coperti da pellicola trasparente.

Cottura:
Preriscaldare il forno statico sopra e sotto a 220C°. Raggiunta la temperatura, abbassare a 200C° ed infornare i vostri panini. Dopo 5 minuti abbassare il forno a 180C° e fare cuocere ancora per circa 15, 20 minuti.

Lasciare raffreddare, tagliare il panino e levare un po’ di mollica. Farcire come da ricetta.

EDIT del 24/07/09
Con questa stessa ricetta partecipo alla raccolta "Non solo prosciutto e fichi" dietro gentile invito di Manu e Silvia che ringrazio.
tre[1]

giovedì 16 luglio 2009

Le frittelle greche

Fra un muretto da imbiancare, un bagno al mare e 5 belle melanzane che sono quasi pronte per trasformarsi in parmigiana, vi lascio questa splendida ricetta dal sapore “mediterraneo”, date le sue origini greche.
Vi consiglio vivamente queste frittelle di zucchine: sono veramente squisite!

Frittelle greche

La ricetta, che copio in maniera integrale, è stata postata da Lau in questa discussione su Gennarino ed io ne ho immediatamente approfittato, dato che in questo periodo il mio frigo è pieno di zucchine bianche e dolcissime colte nell’orto di mio suocero. Rispetto alla ricetta originale io ho solo aggiunto più feta, arrivando ai 50gr ed ho formato le quenelles con due cucchiai, invece che con cucchiaini, di conseguenza, mi sono uscite 12 frittelle e non 20. Ho accompagnato il tutto con una marinata di zucchine.

Le frittelle greche di Lau

Ricetta greca originale
Per 20 frittelle :
3 zucchine medie
1 cipolla meglio se fresca
1 uovo
30 grammi di pangrattato
30 grammi di farina
30 grammi di parmigiano (in grecia usano kefalotiri che è una specie di gruviera)
30 grammi di feta (io a volte la sostituisco con della ricotta di pecora, conferisce morbidezza e il risultato è migliore)
un cucchiaio di menta fresca tritata
due cucchiai di prezzemolo fresco tritato
un cucchiaino scarso di bicarbonato di sodio
sale q.b.
olio extra vergine di oliva per friggere.
Grattugiare a julienne le zucchine e la cipolla; è preferibile fare questa operazione a mano. Raccogliere le verdure in un canovaccio pulito e strizzarle finchè rilascino tutta l'acqua : deve risultare una poltiglia piuttosto asciutta. Mischiare tutti gli ingredienti in una ciotola , tranne la farina, l'uovo e il bicarbonato.
Lasciare riposare coperto con pellicola in frigo per almeno 5 o 6 ore.
Aggiungere solo al momento di cuocere la farina, il bicarbonato e l'uovo intero, aggiustare di sale. Preparare delle quenelle col cucchiaino da caffè, con le mani o con il sac a poche e friggerle in olio evo profondo fino a doratura uniforme. Servire con fettine di limone e foglioline di menta.

Frittelle greche


Grazie Lau!!!




lunedì 13 luglio 2009

Le freselle

Che cosa c’è di più bello, solare, estivo delle freselle???

Freselle

E’ inutile pensare a cosa scrivere quando si parla di loro, meglio lasciarsi trasportare ed esprimere ciò che ci detta il cuore, in maniera genuina, semplice, così come le frese sono. Rappresentano il grano, la terra, il sole, il mare, il popolo; la colazione estiva dei contadini meridionali che, prima di affrontare il duro lavoro nei campi, prendevano energia dal grano, dal pomodoro e dall’olio di oliva e il pranzo dei pescatori che inzuppavano le loro frese nell’acqua di mare prima di condirle.
Preparandole ho cercato di pensare a tutto questo!
Prima di cimentarmi nella loro preparazione ho provato a vedere se esistesse un disciplinare a cui attenersi per capire quale farina usare, speravo in qualche documento pugliese, invece in cosa mi vado ad imbattere ? Nel disciplinare dei prodotti del Pollino, tra cui le freselle, in cui si parla di “Farina di grano tenero o farina integrale, Già la prima sorpresa! Niente farina di grano duro, ooooh!
Dunque farina di grano tenero? Ma quale, "0" o "00"? Mi sono fatta un bel giro nei supermercati andando a leggere gli ingredienti sulle varie confezioni di frese provenienti non solo dalla Lucania, ma anche dalla Puglia, per vedere gli ingredienti, e sulla maggior parte c’era scritto: Farina0, acqua, lievito naturale, sale. E’ fatta! Comincio!

Ingredienti:
500gr farina0 (ho utilizzato la farina 0 Coop)
170gr lievito madre
300gr acqua
10gr sale

Preparazione:
La sera prima della preparazione delle frese rinfrescare il proprio lievito madre al 50% di idratazione (100% lievito madre, 100% farina"0", 50% di acqua) e lasciarlo riposare una notte fuori dal frigo in modo da averne a disposizione la quantità desiderata.
Il giorno dopo prelevarne i grammi desiderati e scioglierli perfettamente in acqua dopo averlo spezzettato, non devono rimanere grumi.
Sulla spianatoia formare una fontana con la farina setacciata ed al centro fare cadere gradualmente l’acqua con il lievito sciolto. Dopo una rapida impastata aggiungere il sale e continuare ad impastare a mano per circa 10 minuti, dovrà risultare un impasto vellutato e liscio o utilizzare l’impastatrice fino a quando l’impasto non si sarà staccato completamente dalla ciotola e sarà diventato liscio ed omogeneo.
Formare una pagnotta e metterla a lievitare per un’ ora coperta da un canovaccio inumidito e strizzato molto bene.
Passata l’ora di lievitazione riprendere l’impasto e dividerlo in pezzi da 200gr, vi usciranno circa 5 pezzi per un totale di 10 freselle.

Formatura:

Collage di Picnik freselle fi

1 )Fare 5 palline, schiacciarle e tirare i lembi facendole diventare di forma rettangolare con base di circa 16cm.
2)Arrotolare il rettangolo su se stesso dando vita ad un filoncino che continuerete ad arrotolare formando un “serpentello” di 60cm di lunghezza.
3)Attorcigliare come da quarta foto il cordone di pasta stando attenti a lasciare un buco all’estremità dal quale farete passare il lembo inferiore, formerete così un anello il cui buco centrale avrà 5, 6 cm di diametro.

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Volendo, per facilitare e velocizzare il tutto, potete evitare il terzo passaggio, basta formare durante il secondo passaggio un serpentello di 33cm di diametro e poi formarvi un cerchio.
Posizionare le vostre frese già nelle teglie su carta forno, coprirle con canovacci inumiditi e strizzatissimi e lasciare lievitare per circa 6-7 ore, questo logicamente varierà in base alla forza del vostro lievito madre.

Cottura:

Mettere in forno ventilato sopra e sotto per 20 minuti, i primi 10 minuti a 200 C°, i secondi 10 minuti a 180 C°. Mi raccomando, non perdete d’occhio il vostro forno, è importante! Si sa che ogni forno ha caratteristiche proprie, e voi dovete far terminare la prima cottura quando le frese saranno leggermente dorate.
Lasciare raffreddare.
Avrete 5 belle ciambelle dorate e cicciottelle che dovrete tagliare in due come se andaste per imbottire un panino, dando vita così a 10 pezzi.
Nel frattempo abbassare il forno a 150C°, sempre ventilato, e posizionarvi le vostre freselle con il taglio verso l’alto per circa 20 minuti. Il tempo della tostatura varierà anche in base ai vostri gusti.

Le freselle si conservano per parecchio tempo. All’occorrenza, ammorbiditele passandole sotto l’acqua corrente, strofinate, se vi piace, un pezzo d’aglio, strofinate il pomodoro che aggiungerete anche in pezzi tagliato sottile, un filo d’olio extra vergine di oliva, un pizzico di origano, et voilà!

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Buon appetito!!!
N.B. Se non possedete il lievito madre, o, semplicemente, avete desiderio di velocizzare la vostra preparazione utilizzando il lievito di birra, vi consiglio di leggere e seguire le indicazioni che caratterizzano l'interessantissimo post "Friselline ammodomio" di Ornella.

mercoledì 8 luglio 2009

Tipica focaccia lucana con polvere di peperoni cruschi.

Nel Senisese, assaggiai una focaccia tipica della zona, nel cui impasto era presente la polvere di peperoni cruschi. Dato che adoro i peperoni cruschi, il sapore e l’odore fantastico di questa focaccia si è stampato nella mia mente.
Tempo fa, girovagando su youtube alla ricerca di musica popolare, che mi capita di vedere???? Questa meraviglia di video, che non solo mi ha attirato per la canzone che utilizza come sottofondo, una bellissima tarantella del Gargano cantata da uno dei più grandi cantori di Carpino: Antonio Maccarone, ma soprattutto per la sua ricetta.


E' lei la piccolina! E’ la focaccia di peperoni cruschi:)))) E grazie a questo video ho capito finalmente come si prepara; rimaneva da pensare alla ricetta, ma per quella non ho avuto problemi. Tanto era forte il desiderio, che l’ ispirazione è stata immediata, hahahaha!
Essendo una ricetta della tradizione sicuramente lievito madre, e, altrettanto sicuramente, farina di semola, il resto è venuto da solo!

Ecco la focaccia:)

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Ed ecco la ricetta per due focacce cotte in stampi circolari da 36cm di diametro.


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Ingredienti
800gr di farina di semola rimacinata
300gr lievito madre
570gr acqua
15gr sale
Polvere di peperoni cruschi qb
Olio extra vergine di oliva qb

Preparazione
Rinfrescare il proprio lievito madre con farina di semola, utilizzando in pari misura farina e lievito madre, e al 50% l’acqua. A maturazione raggiunta, circa dopo tre, quattro ore, spezzettare e fare completamente sciogliere il lievito madre nell’acqua.
Sulla spianatoia formare una fontana con la farina setacciata ed al centro fare cadere gradualmente l’acqua con il lievito sciolto. Dopo una rapida impastata aggiungere il sale e continuare ad impastare a mano per circa 10, 15 minuti, così come vi feci vedere per il ruccolo, o utilizzare l’impastatrice fino a quando l’impasto non si sarà staccato completamente dalla ciotola e sarà diventato liscio ed omogeneo.
Mettere l’impasto in ciotola e coprirlo fino a che triplichi di volume; col mio lievito madre ci sono volute circa 3 ore e mezza.
A questo punto, per la formatura, dividere l’impasto in due parti uguali e poi proseguire per ogni pezzo come ci mostra il suddetto video e cioè: stendere la pasta, fare cadere abbondante polvere di peperoni ed olio extra vergine di oliva, amalgamare olio e polvere ed iniziare a tendere l’impasto fino a renderlo sottilissimo, alzando i lembi della sfoglia e facendo pressione sulla base, per poi ritornare al punto di partenza e ricominciare con un altro lembo aggiungendo sempre polvere di peperoni e olio. Arrotolare la sfoglia, ormai sottilissima, e attorcigliare su stesso a mò di "chiocciola" e mettere in una teglia unta. Stendere l'impasto facendo pressione sulla "chiocciolina", aggiungendo sempre polvere di peperoni e olio; più riuscirete a stenderlo e più croccante risulterà la focaccia. Fare riposare per un’ora e poi infornare a 250C° in forno statico e preriscaldato, per circa 20 minuti.
N.B. Nel caso in cui la sfoglia dovesse rompersi, non preoccupatevi, è normale, proseguite tranquillamente, mi raccomando non andata a rimpastarla, poiché l’impasto perderebbe la sua estensibilità iniziale e inizierebbe a “tirare”, di conseguenza voi avreste difficoltà a stenderla.

A seconda delle zone della Basilicata in cui viene preparata assume nomi diversi, e il condimento muta leggermente, di base sempre polvere di peperoni e olio extra vergine di oliva, in più è possibile aggiungere, durante il procedimento, o uva passa o alici in pezzi. Io la prossima volta, aggiungerò alla polvere dolce, un pizzico di quella piccante, uscirà ancora più buona:))

lunedì 6 luglio 2009

Torta fiorita

Ve la immaginate Tinuccia che pasticcia con le torte???? Forse è meglio di no:))))))
Mi è stata richiesta una torta da parte di mia cugina per il compleanno della figlia, la mia dolce peste. Fin qui tutto ok! Un unico neo….. il compleanno doveva essere festeggiato durante la festa di battesimo del suo terzo cucciolino, era solo per 65 persone, ohhhhhhh!!! Che torta fare? Di compleanno, di battesimo, e tutte queste persone, ed io che non avevo un attimo di tempo, potevo pasticciare solo la sera!!! Mi è presa una sincope, ma era così forte il desiderio di fare una torta per la mia piccolina, e per il suo amato fratellino, che non ci ho pensato due volte e felicissima ho detto……..siiiiiiiiiiiiiii!!!!
Io e le decorazioni due mondi opposti! Non ho la testa, non ho la pazienza, non ho le inclinazioni artistiche necessarie per la riuscita di una torta decorata.
Ma esisterà una torta semplice e carina per una persona che ha poco tempo a disposizione e che è una pasticciona come me?
A chi mi potevo rivolgere se non a lei????

….Lety aiutamiiiiiiiii! E lei, felice e divertita….Tinuccia, non ti preoccupare me la vedo io! Ed io……Letì, ma hai capito con chi stai parlando, si? E lei…..con un ghigno divertito…..ti ho detto di non preoccuparti, me la vedo io!

Magari avesse potuto veramente vedersela lei, con le sue magiche manine sai che meravigliosa creatura avrebbe tirato fuori!!!!
Ma io mi ero tranquillizzata perché lo sapevo che la mia dolce Letyna mi avrebbe aiutato. Ed infatti………per giorni ha iniziato a tirare fuori dal cilindro decine e decine di splendide torte e a spiegarmi semplici tecniche. L’ho fatta impazzire e lei mi è stata sempre vicina, grazie mia dolce Lety! Ho anche imparato che le torte si stirano! Esiste una sorta di “ferro da stiro” che ha proprio questa funzione! Io odio stirare persino un fazzoletto, figuriamoci se voglio impazzire con le grinze della pasta di zucchero.
No, no, l’unica soluzione….eliminare le decorazioni e cercare di giocare sull’effetto scenico, solo la scenografia mi poteva salvare!!!!! Per la mia piccolina volevo un torta bellissima! E allora dato che la festa avveniva in un agriturismo, ho comprato un’alzatina a 3 piani di 34, 31 e 24 cm di diametro, ho comprato una base circolare in legno di 60cm di diametro su cui poggiare la torta, un tappeto di yuta, ho fatto tre Diplomatici e fiori, tanti, tanti girasoli.

Torta di girasoli


E adesso, fra un pasticcio ed un altro, inizio a raccontarvi come ho proceduto cercando di essere il più chiara possibile.
Fare i Diplomatici non mi faceva paura, mi ero già cimentata nella loro preparazione quando ho fatto le magiche zuppette di Rimmel che potete vedere qui e la cui ricetta potete trovarla in questa discussione di Gennarino.


Per l’assemblaggio dei diplomatici
Prima di procedere alla farcitura ho fatto in modo che pan di spagna e dischi di pasta sfoglia coincidessero perfettamente sovrapponendoli e ritagliando la parte aggiuntiva, ponendoli prima su dei vassoietti di carta compressa della stessa misura delle basi della mia alzatina.
Solo dopo ho proceduto alternando un disco di pasta sfoglia, uno strato abbondante di crema sul quale ho fatto cadere le fragoline macerate, il pan di spagna precedentemente imbevuto, un altro strato di crema sempre accompagnata da fragoline e un ultimo strato di pasta sfoglia. Ho ricoperto di granella di nocciole i bordi, dopo che gli stessi erano stati spalmati di crema ed in ultimo ho spolverato di zucchero a velo. Ecco la fetta.

Torta di girasoli


Per l’assemblaggio della torta
Ho ricoperto le basi dell’alzatina con quella specie di paglia che utilizzano i fiorai, e solo dopo ho posato la torta, compreso logicamente del suo vassoio di carta in modo da non far avere nessun contatto fra la paglia e il dolce e nello stesso momento bloccare la paglia stessa. Due giorni prima dell’assemblaggio ho portato dal fioraio la base in legno sulla quale poggiare la torta, dove avevo tracciato in precedenza la circonferenza dell’ultimo vassoio dell’alzatina, con lo scopo di delineare lo spazio libero rimanente che il fioraio doveva ricoprire con le sue ciotole di fiori. Ha preparato 5 ciotole di girasoli per la base ed una per il piano superiore. Avrei voluto che la ciotola di fiori da mettere sulla torta superiore fosse stata più piccolina, era sproporzionata, ma pace!
torta di girasoli

Per il pan di spagna
Ho utilizzato quello classico senza lievito, mettendo per ogni uovo, 30gr di farina e 30gr di zucchero. Per la preparazione dello stesso vi rimando al blog di Marjlet , sarebbe inutile riportare la ricetta, perché Marjlet ci presenta un interessantissimo vademecum del pan di spagna, compreso di video, che consiglio di leggere.
Mai pan di spagna mi è uscito più buono!
Pur dovendo fare 3 torte di dimensioni differenti, 34, 31 e 24cm, ho fatto 3 pan di spagna da trentasei cm di diametro e 4 cm di altezza, ( per il diplomatico mi servivano piuttosto bassini) utilizzando per ognuno 8 uova, ma anche 7 andrebbero bene, e poi li ho sagomati in base alle mie esigenze; voi essendo più esperti vi regolerete diversamente. Certo mi è rimasto del pan di spagna che poi ho congelato, ma solo così sono riuscita ad avere dei bordi dritti, dritti nel momento in cui li ho assemblati.

Per la pasta sfoglia
Mi sono rivolta al mio pasticciere di fiducia, da cui ho comprato un panetto di circa 1,5/2 kg, il peso esatto a dire il vero non lo ricordo, ma comodissimo è comprare la pasta sfoglia surgelata già stesa in dischi. Ne ho fatti uscire sei dischi da circa 36 cm di diametro, anche questi sagomati durante l’assemblaggio secondo le dimensioni della torte che mi necessitavano. Anche qui è rimasta della pasta sfoglia, ma, ripeto, non avendo esperienza in questo campo ho preferito regolarmi così, pur di avere dei bordi perfetti nel momento in cui andavo a formare i miei diplomatici.
Attenti alla pasta sfoglia, in cottura, aumentando di volume, si ritira, quindi se dovete fare per.es. un diplomatico di 25cm di diametro, utilizzate un disco di pasta sfoglia cruda di dimensioni maggiori arrivando almeno ai 30cm, altrimenti durante l’assemblaggio il pan di spagna sarà di diametro maggiore rispetto al disco di pasta sfoglia e il diplomatico non riuscirà.
Ve lo dico per esperienza, per l’ultimo pan di spagna, quello più grande da 34 cm ho avuto proprio questo tipo di problema, ma non avevo teglie superiori ai 36 cm di diametro per cuocere la pasta sfoglia, per cui ho fatto una specie di "puzzle" unendo due mezzi dischi, poi nascosti dallo zucchero a velo. Insomma la pasta sfoglia mi ha fatto un po’ impazzire.

Per la farcitura
-3 litri di crema pasticciera cotta in 4 momenti differenti. In ogni momento di cottura ho utilizzato la ricetta che ho imparato da piccola e che oramai faccio ad occhio per la quale necessitano 6 tuorli, 6 cucchiai pieni di zucchero, 6 cucchiai rasi di farina, una buccia di limone privata della parte bianca. Circa il latte, se la voglio più liquida ne metto 850gr, se più densa, come in questo caso, 750gr. Portare ad ebollizione il latte con la buccia di limone, nel frattempo amalgamare i tuorli e lo zucchero formando un composto omogeneo ma non montato. Unire la farina un cucchiaio alla volta, aggiungendo farina solo nel momento in cui quella precedente è stata assorbita totalmente. Fare cadere a filo il latte bollente nel composto di uova, zucchero e farina e contemporaneamente mescolare con la frusta. Porre il tutto in una pentola a doppio fondo e mescolare fino a rassodamento. Per tre litri di crema, in totale ho quindi utilizzato ben 24 uova, 24 cucchiai di zucchero, 24 cucchiai rasi di farina e 3 litri di latte.
-6 vaschette di fragoline di bosco messe a macerare nello zucchero sin dalla sera prima.

Per la bagna
mi era stato chiesto di non usare liquori, per cui ho preparato un semplicissimo sciroppo fatto con acqua, zucchero, buccia di arancia, buccia di limone, e un baccello di vaniglia.

Alla fine il lavoro è stato comunque tanto e la torta i suoi bei difettucci li aveva, tipo il puzzle di pasta sfoglia del diplomatico più grande, che ho pensato bene di nascondere tra i fiori o vedere come la ciotola del piano superiore sia staccata dalla torta stessa perché non volevo che i fiori toccassero il dolce. Ma vi devo dire la verità, vedere la mia cuginetta saltare di gioia dinanzi alla sua torta, in piedi sul tavolo, per spegnere le sue due candeline, mi ha ripagato di tutto il lavoro fatto e in quel momento dei difetti non me ne sono neanche accorta.
Prossima torta a dicembre, il fratellino più grande già mi ha detto……zia mi fai la torta con l’uomo ragno…….Letyyyyy aiutoooooooooooo:)))

giovedì 2 luglio 2009

Il dolce pensiero dei Biscotti di Novara

Eccomi qua, da ieri ufficialmente disoccupata!
Bella la vita della precaria, affezionarsi ai propri alunni e poi doverli lasciare, affezionarsi ai propri colleghi con i quali si è creata una perfetta sintonia e poi doverli lasciare, vivere nell’incubo che il prossimo anno non si lavorerà, e, se si, chissà dove, aspettare con ansia l’uscita delle graduatorie per vedere cosa è mutato rispetto alla propria posizione degli anni precedenti, o la fine dei movimenti scolastici per capire se sono rimasti dei posti e di sicuro, l’anno prossimo, con i forti tagli effettuati, a causa dei quali persino le colleghe di ruolo hanno perso la loro cattedra, di posti per noi “fortunati” precari ce ne saranno veramente pochissimi, e ancora pensare che in futuro per raggiungere un’intera cattedra un docente di Lingua Francese, o di Educazione Artistica, o Tecnologica, o Musicale, o Fisica, se tutto andrà bene, dovrà insegnare su ben 9 classi con sole 2 ore per classe e potrei continuare all’infinito…………….ma bella la vita della precaria e ottimale questa politica scolastica! Perchè investire nell'Istruzione, perchè investire sul futuro dei giovani? Non c'è bisogno, meglio tagliare! Sono proprio soddisfatta!!!!
Ma stamane mi sono svegliata con un bel sorriso, meglio non perderlo, meglio non pensare ed affrontare tutto come ho sempre fatto, con positività….se l’anno prossimo non lavorerò, avrò più tempo da dedicare ai miei pasticci…hahaha questa è bella!!!!! Si vede che preferisco sempre guardare il bicchiere mezzo pieno???
Meglio pensare con dolcezza, meglio pensare a questi ottimi, leggeri e croccanti biscotti.

Biscotti di Novara

Molto simili ai Pavesini, li ho trovati perfetti per la colazione data la loro leggerezza, ma ideali anche come base per un ottimo Tiramisù, che mi sono ripromessa di fare presto.
Questi biscotti me li fece conoscere su Gennarino, sempre per il mercatino ed insieme ad una miriade di altre meravigliose ricette di biscottini inglesi che potete trovare qui, la bravissima, dolce e affascinante Miss Ketty che ringrazio affettuosamente.
Copio integralmente la ricetta e la descrizione che Miss Ketty fa dalla discussione dei Biscotti di Novara che trovate qui, sempre su Gennarino.

Biscotti di Novara di Miss Ketty

Qualche giorno fa volevo fare dei biscotti leggerissimi, possibilmente senza grassi, e ho trovato questi, che non conoscevo, sulla Gosetti.Forse dovevo postarli tra le ricette tradizionali, ma non sono sicura.Sono biscotti semplicissimi, senza orpelli, un po' antichi, non sapevo se inserire la ricetta perché mi sembra perfino troppo semplice, si ricorda a memoria.Però sono buoni, e dopo averli fatti ho capito che sono gli antenati dei pavesini, anzi stanno tra pavesini e savoiardi comprati, sono molto croccanti e leggeri.

Si prendono tre uova, si pesano col guscio e si pesa la stessa quantità di farina e di zucchero semolato. Le uova si montano con lo zucchero e un pizzico di sale, se ne sgusciano due intere, del terzo si prende il tuorlo e mezzo albume, devono diventare bianche, spumose, ma non possono e neanche devono diventare sode come albumi montati. Nel frattempo si riducono in polvere finissima un paio di biscotti secchi, e si mescolano a un po' di zucchero semolato. Quando le uova sono pronte si aggiunge la farina.
Si imburra e si infarina la teglia, si prende un sac à poche preparato con una bocchetta piatta e liscia da 2 cm. circa, si preme formando delle strisce di 8 cm di lunghezza (non è necessario che siano molto distanziate, in cottura i biscotti si gonfiano ma non si sciolgono allargandosi) e si spolverano con la polvere di biscotti e zucchero. Si lasciano riposare per un quarto d'ora e si infornano a 180° per 20 minuti (nel mio 150° erano pure troppi), o comunque finché sono leggermente dorati.
La Gosetti dice, quando sono pronti, di staccarli con una paletta senza toglierli dal forno, voltarli, richiudere e far seccare per qualche minuto, a me non è sembrato necessario perché vengono già abbastanza croccanti. Si fanno raffreddare su una gratella, dovrebbero essere migliori dopo un paio di giorni (confermo) e si dovrebbero poter conservare molto a lungo.

Per la cottura, io ho messo il forno a 160° statico sopra e sotto e appena giunti a doratura ho sfornato, dopo circa 10-15 minuti. Anche io, come la Miss, ho utilizzato un’unica cottura.
Grazie ancora Miss ketty:))))
E adesso continuo a snocciolare i 6 kg di amarene biologiche che mi sono stati regalati con tanto affetto da una collega….sempre a proposito di scuola;)