mercoledì 29 settembre 2010

Delirio al cioccolato

E a Pinella che, nel suo blog, chiede: “si può umanamente chiudere la porta su una torta che si chiama "Delirio....?"
Io rispondo dicendo che non è possibile, almeno non lo è stato per me.
Come si può dire di "no" a questo morbido ripieno di gianduia, dall'irresistibile scioglievolezza, “nascosto” in uno scrigno di magica frolla al cacao?


Appena ho visto questo dolce da Pinella, mi sono innamorata, e nel giro di un giorno era già bello e pronto! Visto venerdì, fatto sabato, mangiato domenica, più presto di così...!
Un capolavoro! Una fettina tirava l’altra… mi ha fatto letteralmente impazzire, e non solo a me, ma anche ai miei ospiti!!!
Era divertentissimo guardare la faccia di una mia amica che l’assaporava lentamente, e ad ogni morso chiudeva gli occhi e diceva...mmmhhh!!!!!
Preciso che la ricetta è stata proposta da Giuliana su Coquinaria, e che è tratta da Cioccolata&C., io copio integralmente dal blog di Pinella.



Per il guscio di frolla:


300 gr farina
50 gr cacao amaro di buona qualità
220 gr burro
160 gr zucchero
2 tuorli
un cucchiaino di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di lievito*
un pizzico di sale

In una ciotola amalgamare il burro morbido e lo zucchero.
Aggiungere, i due tuorli, il pizzico di sale, la vaniglia ed impastare velocemente.
Setacciare la farina con il cacao ed il lievito e quindi, aggiungerla al composto precedente.
Impastare con delicatezza e riporre la frolla in frigo per circa 60 minuti.

Per la farcia:


140 gr cioccolato fondente
240 gr gianduiotti oppure uguale peso di cioccolato gianduia
6oo g di panna liquida fresca
4 uova grandi
120 gr zucchero

Scaldare il forno a 180°.Imburrare ed infarinare uno stampo da 26 cm di diametro. In alternativa, usare, come nel mio caso, uno stampo apribile da crosta da 26 cm ma di altezza inferiore, circa 2.5 cm.
Spezzettare il cioccolato fondente e i gianduiotti e fare fondere il tutto a bagnomaria. Scaldare la panna fino quasi al bollore aggiungerla al cioccolato mescolando finchè tutto diventa una crema vellutata. Aggiungere lo zucchero e mescolare bene affinchè si sciolga perfettamente.A parte,sbattere leggermente le uova- quando la crema di cioccolato si è intiepidita, aggiungere le uova alla ganache mescolando velocemente e vigorosamente.
Riprendere la frolla, stenderla sull'asse infarinato leggermente ad un'altezza di pochi mm. Rivestire lo stampo con cura. Versare la crema dentro il guscio di frolla e cuocere per circa 35 minuti. Volendo, si possono appoggiare sulla farcia delle piccole decorazioni di pasta frolla.
La crema non si presenterà molto compatta subito dopo la cottura ma, raffreddandosi, acquisterà consistenza.

Io, ho spolverato con zucchero a velo.

Giuliana, Pinella, grazie di cuore per questa squisita ricetta!


martedì 21 settembre 2010

Pettole o frittelle di peperoni cruschi?

Mi diverte “giocare” con le ricette tradizionali. Spesso parto da esse per poi ritrovarmi dinanzi ad un piatto completamente nuovo, che pur rispettando i tipici sapori genuini e schietti propri della tradizione, si rende unico per il suo essere particolare. E’ il caso di queste pettole coi peperoni cruschi…


Le chiamo pettole, ma non ho seguito la ricetta canonica, utilizzando la farina0 al posto di quella di semola o la 00 che di solito caratterizza questa preparazione, inoltre ho arricchito l’impasto con i peperoni cruschi, e francamente non mi è mai capitato di mangiarle così.
Della magia delle pettole già vi parlò lei qui e lui qui, perché è una ricetta cara alla cucina pugliese e lucana. A Potenza, per es. si cucinano sotto Natale, e si preparano spesso col baccalà, o così, al naturale, a mo’ di palline di pasta cresciuta, rustiche o zuccherate. Io impazzisco letteralmente per queste delizie, ecco perché non le cucino spesso, è veramente impossibile resistere loro, una tira l’altra…
Domenica avevo amici a pranzo; pensa e pensa… decido di fare come antipasto delle magnifiche frittelle di alghe, mangiate a casa di Antonia (Rimmel) e preparate logicamente da lei, di cui mi sono letteralmente innamorata. A Potenza, però, delle alghe nemmeno l’ombra…e allora decido…modifico la mia ricetta delle pizzelle ed utilizzo, invece delle alghe, i peperoni cruschi!
Ma come si fa a dire di no ad una “bomboniera” simile???


Pettole di peperoni cruschi

Ingredienti:
250gr farina"0" (io ho utilizzato la Tre Mulini dell'Eurospin)
240gr acqua
5gr lievito di birra
5gr sale
Un cucchiaino scarso di zucchero
8 peperoni cruschi
Per friggere: olio di oliva qb

A questo punto penserete…questa è impazzita! Quasi stessa quantità di acqua e di farina!!! Si certo, andate tranquilli, l’impasto sarà molto morbido, ma è così che deve essere; la cosa bella è che non ha bisogno di essere incordato, ha bisogno solo di “due belle sberle”:D

Preparazione:
Mettere in ammollo i peperoni cruschi in acqua tiepida per 20 minuti circa, una volta ammorbiditi, eliminare il picciolo e i semi, e ridurli in pezzi. Con carta assorbente tamponare i pezzetti di peperoni, cercando di eliminare il più possibile l’acqua in eccesso.
Nel frattempo, in una ciotola stemperare il lievito con l’acqua tiepida ed il cucchiaino scarso di zucchero. Mi raccomando che l’acqua sia tiepida, non deve superare i 37 gradi. Nel caso in cui non possediate un termometro da cucina, immergere un dito nella terrina, se la temperatura è pari a quella corporea (36°- 36,5° di solito) allora ci siamo. Se risulta più calda è meglio aspettare, si rischierebbe di “uccidere” il lievito inficiando il tutto.
Aspettare circa 10 minuti affinchè il lievito inizi ad agire.
Aggiungere un pugno di farina alla volta, (non versare farina se quella precedente non è stata assorbita), ed appena amalgamati gli ingredienti, cospargere il sale. Lavorando nella ciotola, sbattere velocemente e per breve tempo l’impasto dall’alto verso il basso, che nel frattempo avrà già trovato una sua omogeneità, grazie al fatto che la farina è stata aggiunta gradualmente. Infine fare cadere nell’impasto i pezzi di peperoni cruschi e dare un’ ultima “sbattuta” veloce in ciotola, in modo da far distribuire in maniera uniforme i peperoni. Come già detto, l’impasto sarà morbidissimo, non presenterà maglia glutinica.
Coprire la ciotola e mettere a lievitare indicativamente per circa un’ora e un quarto ad una temperatura di 28°C, altrimenti a temperatura ambiente per circa due ore; deve raddoppiare di volume.
Quindi, con un cucchiaio prendere l’impasto dalla ciotola ed aiutandovi col dito, meglio se bagnato per evitare che vi si attacchi l'impasto, spingere la pallina di impasto in padella, dove lo aspetterà abbondante olio di oliva bollente.
Ad una cosa dovete stare accorti, a non fare palline troppo grandi; se non si è esperti con la frittura, si rischia di lasciarle crude al loro interno. Con queste dosi ne sono uscite una ventina.
Alla fine non so se ho preparato delle pettole o delle frittelle, ma mi perdonerete se vi dico che sono uscite DIVINE!!!
Se anche voi volete provare la loro bontà, i peperoni cruschi potete trovarli da Angela.



martedì 14 settembre 2010

Le Madeleines di Adriano

Era da tanto che avrei voluto "porgervi" queste
Madeleines

donandovi la ricetta, quasi inedita del Maestro, preparata senza lievito chimico:


Ingredienti:
pasta di mandorle fatta con 200gr farina di mandorle, 200gr zucchero, 60gr albumi, scorza di un limone grattugiata (due gocce di estratto di mandorle se occorre).
100gr tuorlo
110gr di albumi
40gr di zucchero
70gr di amido di mais
70gr di burro
un pizzico di sale

Preparazione:
Lavorare la pasta di mandorle in planetaria ed aggiungere lentamente i tuorli.
Montare gli albumi con il sale, stabilizzare con lo zucchero ed unire al primo composto, facendo attenzione a non smontarlo, alternando con l'amido.
Aggiungere in ultimo il burro fuso freddo.
Cuocere a 170° per una ventina di minuti o poco più.
per 16 madeleines grandicelle. ( a me ne sono uscite una trentina medie)


Trovata su Gennarino, così per caso, grazie a Paoletta che la consigliò in questa discussione, ad Aprile le preparai la prima volta, e da allora altre tre volte ho goduto della loro bontà.
Veramente squisite!!!
Dal sapore delicato, dalla consistenza soffice e umida, e caratterizzate da una maggiore conservabilità rispetto a quelle preparate col lievito chimico; dopo 7 giorni, semplicemente chiuse in un sacchetto per alimenti, erano ancora buone.
Ho seguito la ricetta scrupolosamente, in più, come imparai dai Cuochi di Carta che ringrazio e dalla loro ottima ricetta, anch’essa fatta più volte, per fare uscire una gobbetta bella tonda e paffutella, senza la quale non si può parlare di Madeleines, ho messo il composto in frigo per due ore prima di cuocerlo; l’importante è mettere la giusta quantità di composto freddo negli stampini, che non devono essere riempiti completamente, bensì a ¾. In caso contrario rischiate che il vostro composto, in cottura, tracimi rovinando irrimediabilmente le vostre belle Madeleines.

Ritengo questa tecnica ineccepibile, non solo per le Madeleines, ma anche per altre preparazioni tipo i muffins; e la cui efficacia mi è stata confermata in seguito da Adriano stesso.
Logicamente ho chiesto il permesso ad Adriano per pubblicare la sua ricetta, sentendomi molto imbarazzata dal fatto che il Maestro ancora non l’avesse resa pubblica sul suo blog, ma la generosità di Adriano, si sa, è grande! A lui ha fatto piacere, pensate un po’ a me!!!!!!
Adriano, grazie di cuore per tutto!

Colgo l’occasione per augurare un grande in bocca al lupo e un Buon Lavoro ad Adriano e Paoletta per i loro corsi di lievitazione, che riprenderanno proprio questa settimana, attendendo con ansia di potervi partecipare nuovamente!!!